Tumori da amianto: condannato il Ministero della Difesa

 Il 2019 è iniziato con una svolta importante nella lotta contro i tumori da amianto e nel riconoscimento della situazione difficile dei malati e delle loro famiglie. Il giudice Picozzi della sezione Lavoro del Tribunale di Roma ha infatti condannato il Ministero della Difesa a riscarcire la vedova e la figlia di un uomo deceduto a 55 anni per mesotelioma pleurico causato dall'esposizione all'asbesto durante il servizio prestato nella Marina Militare.

La sentenza prevede che le due donne ricevano un indennizzo equiparabile a quello riservato alle vittime del terrorismo. Secondo Ezio Bonanni, Presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, si tratta di una sentenza storica.

I commenti alla sentenza


Commentando questa sentenza che equipara i morti per tumori da amianto alle vittime del terrorismo, Bonanni ha citato anche la recente e a suo avviso inspiegabile assoluzione per mancata sussistenza del fatto di otto ammiragli della Marina Militare, imputati a Padova per alcuni decessi causati dalla presenza di amianto sulle navi.

Bonanni si è inoltre interrogato sul motivo per cui, nonostante le numerose vittorie in sede civile, le vittime dei tumori da amianto e i loro congiunti siano ancora nelle condizioni di dover intentare causa allo Stato.

A suo avviso, il problema principale è un insistente atteggiamento di chiusura alla questione da parte della Marina Militare. Al netto di queste criticità, rimane comunque ferma la svolta positiva di una sentenza che accetta lo svolgimento da parte del soggetto deceduto di compiti operativi durante i quali è avvenuta un'esposizione a polveri e fibre di amianto.

Il pronunciamento del giudice della sezione Lavoro del tribunale capitolino ha inoltre accertato la mancanza di cautele e misure protettive, come per esempio l'aspirazione delle polveri e il ricorso alle apposite maschere protettive.

Si ricorda infine che la suddetta sentenza si colloca sulla scia di altri pronunciamenti di svolta, che vedono in primo piano quello che, nel maggio dello scorso anno, ha annullato l'assoluzione degli imputati per 8 morti da tumori da amianto in seguito a esposizione ad asbesto presso l'ex centrale Enel di Turbigo.

In questo si parla di una sentenza storica dal momento che, gli 8 operai deceduti, avevano iniziato a esprimere rimostranze per la mancata protezione quando ancora ricoprivano il proprio ruolo professionale.




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