Enel condannata a risarcire oltre un milione di euro

Dopo un estenuante processo durato diversi mesi, Enel è stata condannata a risarcire la famiglia di Rolando Cerri, ex operaio deceduto nel 2016 a causa di un mesotelioma. La società elettrica si è sempre dichiarata innocente, asserendo di aver adottato tutte le misere preventive del caso per tutelare i propri operai, ma i giudici hanno deciso diversamente.

 

Un lungo calvario giudiziario per ottenere giustizia

L’iter legale che la famiglia dell’operaio morto ha dovuto sostenere è stato lungo e sempre in bilico nell’incertezza, ma grazie all’assistenza dell’ONA nelle vesti del proprio presidente l’avvocato Ezio Bonanni, finalmente la verità è venuta a galla e l’Enel è stata condannata.

La tragica storia comincia nel 1966, quando Rolando inizia il proprio impiego presso la nota società fornitrice di energia elettrica.  Per vent’anni (fino al 1986) l’uomo ha lavorato a stretto contatto con turbine coibentate contenenti amianto occupandosi della loro manutenzione.

Dalle dichiarazioni emerse da parte di altri ex operai dell’azienda, nessuno indossava mascherine protettive, né erano presenti sistemi di aerazione funzionanti. Non erano mai state emanate direttive sulla sicurezza e in più, molti hanno asserito che parecchi di questi macchinari erano danneggiati, lasciando libere le fibre killer dell’amianto nell’aria.

 

Il parare dei giudici e la condanna definitiva dell’Enel

La difesa dell’azienda che sosteneva l’impossibilità di dimostrare un nesso di causalità tra il tumore sviluppato dall’uomo e l’attività svolta presso la sede di Marzocco a Livorno, non ha convinto i giudici. L’Enel è quindi stata condannata a risarcire una cifra pari a 904.325 euro alla famiglia dell’operaio.

L’assistenza fornita dall’ONA si è rivelata determinante per aiutare i parenti della vittima ad ottenere giustizia dopo un calvario così devastante. Per tale ragione si invita chiunque sia stato direttamente esposto all’amianto o che abbia parenti con malattie asbesto correlate derivanti dall’attività lavorativa a rivolgersi all’ente.

Gli sforzi ripagano, come testimonia il caso qui esposto e l’assistenza di qualità non manca per chi chiede aiuto. L’Osservatorio Nazionale Amianto è un punto di riferimento per tutte le persone che si sentono abbandonate dalle istituzioni e che si trovano a dover affrontare un percorso arduo e incerto.

L’Enel condannata è solo il primo passo verso la tutela delle vittime, ma costituisce comunque un messaggio forte d’impegno nella ricerca della verità e del giusto risarcimento, seppur simbolico visto che nulla potrà riportare indietro le persone scomparse a causa del pericoloso materiale killer.





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