
Si tratta della prima condanna per il MIUR, una storica sentenza che ha sancito la colpevolezza del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per la morte della professoressa Olga Mariasofia D’Emilio, venuta a mancare nel 2017 a causa di un tumore asbesto correlato.
La vicenda giudiziaria in esame si è dipanata per diversi anni e a farsi portavoce della battaglia per la defunta professoressa (ma anche di tutti i lavoratori e degli studenti) è stato l’Osservatorio Nazionale Amianto. Il caso ha fatto scalpore, poiché si tratta della prima vera e propria condanna penale ai danni del MIUR, costretto a risarcire la famiglia dell’insegnante con quasi un milione di euro.
Olga Mariasofia D’Emilio era docente presso una delle numerose scuole di Bologna ancora interessate dalla presenza di amianto. Per tanti anni ha prestato servizio, formando menti e promuovendo la conoscenza negli studenti, come del resto hanno fatto tanti suo colleghi. Il tutto in istituti non a norma, in cui l’asbesto era ed è tutt’ora fortemente presente.
Dopo quindici anni di lotta e spese mediche per le cure, ha infine dovuto soccombere al tumore e per questo i giudici hanno ritenuto responsabile il MIUR dopo la denuncia dell’ONA, che nel processo si è costituito parte civile. Una sentenza storica che vuole responsabilizzare le istituzioni ad avere maggiore cura dei suoi lavoratori e non solo.
La condanna del MIUR ha riaperto le polemiche sulla sicurezza delle scuole, non solo a Bologna ma anche in tutta Italia. In Emilia Romagna il problema dell’amianto negli istituti è ancora fortemente presente, lo testimonia il fatto che il Ministero dell’Ambiente ha stanziato oltre nove milioni di euro alla regione per incentivare il censimento degli edifici contaminati.
I dati sono preoccupanti, con il solo capoluogo che conta ben 3 edifici scolastici in cui è stata confermata la presenza di amianto e altri 5 segnalati ma ancora da verificare. In tutta la regione il totale delle strutture a rischio ammonterebbe a oltre 400 di cui 291 sono già state censite e in attesa delle operazioni di bonifica.
Tuttavia, l’ONA ha encomiato l’impegno e lo sforzo dell’amministrazione regionale che sembra avere molto a cuore il tema dello smaltimento e della messa in sicurezza, sottolineando gli sforzi effettuati fino a questo momento rispetto ad altre realtà del Paese. Anche Bologna si assesta fra i comuni italiani più attivi nella lotta contro l’amianto.