L’amianto nelle navi a La Spezia sta facendo profondamente discutere. Il rischio rappresentato dal pericoloso materiale cancerogeno (messo al bando nel 1992 ma ancora tristemente presente) è elevato e ha già mietuto centinaia di vittime con la città ligure che conta, purtroppo, il maggior numero di morti in tutta Italia.
Questi dati non sono tuttavia serviti a mettere la parola fine ad un problema annoso, che si protrae da oltre 8 anni. La questione dell’amianto nelle navi militari, infatti, non è certo qualcosa di nuovo ma anzi è un argomento ben conosciuto e per il quale lo Stato aveva già stanziato diversi fondi.
Era il 2012 quando la Marina riferiva ai parlamentari Radicali come le navi contaminate dall’amianto fossero 155, con oltre 30 già bonificate e una settantina a buon punto. Qualche mese dopo le navi scendono a 148, con 40 già trattate e un’ottantina in lavorazione. Stranamente ora le navi da trattare sono diventate 136 il che, come è facilmente intuibile, rende i conteggi un po’ sospetti.
Questo problema è stato riportato al centro dell’attenzione dopo che il Governo attuale ha deciso di stanziare 12 milioni di euro per la bonifica di tutte le navi militari ancora a rischio. Sembra un po’ strano che dopo quasi un decennio i numeri delle imbarcazioni su cui è necessario intervenire si assesti ancora a queste cifre (nonostante i già cospicui finanziamenti ricevuti in passato per interventi a quanto pare mai eseguiti).
A complicare la situazione, oltre all’evidente spreco di denaro pubblico finito chissà dove, è l’alto tasso di mortalità fra i militari che hanno prestato servizio sulle suddette navi, o che hanno partecipato ai cantieri che le hanno viste nascere negli anni in cui l’asbesto era ancora legale.
Secondo quanto riportato dai sopralluoghi effettuati sulle imbarcazioni, l’amianto nelle navi militari si trova principalmente negli impianti di riscaldamento (tubature e caldaie) e nelle sale comuni (come la sala mensa). E comprensibile, quindi, che i rischi per la salute siano estremamente elevati.
Gli interventi di bonifica sono quindi assolutamente necessari per proteggere la salute di chi passa settimane se non mesi a bordo di queste imbarcazioni. Ciò che lasca perplessi e amareggiati è l’indifferenza generale che questo problema suscita nella cittadinanza, la quale o non è al corrente o semplicemente ritiene che non la riguardi direttamente.