Condanna a Telecom per amianto deve risarcire 146.910 euro

È arrivata lo scorso 1 dicembre la condanna a Telecom per amianto che obbliga la nota azienda di telefonia a risarcire 146.910 euro alla famiglia di un avvocato morto a causa di un mesotelioma pleurico maligno il 12 agosto 2021. La vicenda è l’ennesima vittoria dell’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto) che ha supportato i congiunti del defunto in una battaglia legale durata 11 anni.

 

La vicenda della condanna a Telecom per amianto

Era il gennaio del 2011 quando l’avvocato di Napoli A.R. ha ricevuto la diagnosi del tumore che l’avrebbe ucciso dieci anni dopo. L’uomo era uno stimato professionista dell’ufficio legale della Direzione Regionale Campania Basilicata, la cui sede era insita a Palazzo Sip (di proprietà dell’azienda di comunicazioni che oggi conosciamo col nome Telecom, appunto).

L’ONA, nella persona dell’avv. Ezio Bonanni, è intervenuta a seguito della richiesta di aiuto dei familiari della vittima, impegnati nella causa legale per ottenere il riconoscimento che la patologia dell’uomo fosse direttamente correlata alla presenza di fibra killer nell’edificio.

Sono stati raccolti i rapporti di interventi di bonifica della struttura avvenuti nel 2007 che confermavano l’impiego di amianto sia nella coibentazione che nei tubi utilizzati per il passaggio dei cavi telefonici. Dall’esame tecnico è emerso che lo stato di conservazione del materiale non era ottimale, pertanto il rilascio di polveri e fibre era costante.

A rafforzare la tesi dell’accusa c’è poi stata la testimonianza di diversi impiegati della Sip che hanno prestato servizio fra il 1970 e il 1980 nel medesimo edificio. Secondo quanto dichiarato, l’azienda non si è mai preoccupata di avvertirli dell’effettiva presenza del pericoloso materiale edile, senza per altro fornire alcun tipo di protezione o controlli medici preventivi.

Queste e molte altre prove prodotte dall’ONA hanno convinto il giudice a ritenere il colosso come unico colpevole per il mesotelioma che ha colpito la vittima. La condanna a Telecom per amianto è però solo la punta di un iceberg più profondo e preoccupante. Sono infatti moltissimi gli ex dipendenti che, venuti a conoscenza della sentenza, hanno deciso di farsi avanti e sporgere denuncia.

Fare fronte comune è l’unico modo per vedere i propri diritti riconosciuti, e l’ONA ha rinnovato l’impegno nel portare avanti un’annosa battaglia atta ad ottenere giustizia per chi è stato lasciato solo dalle Istituzioni. Non resta che attendere gli ulteriori sviluppi della vicenda.





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