TAV e amianto: la possibilità di trovare rocce contenenti asbesto è concreta
10 Aprile 2019
TAV e amianto: questo binomio è finito al centro dell'attenzione mediatica a fine marzo quando, grazie a un comunicato del movimento Medicina Democratica, è stata evidenziata la possibilità di incontrare rocce caratterizzate dalla presenza di asbesto nel corso dei lavori di scavo per la contestatissima opera.
Un Protocollo Amianto per la TAV
L'argomento TAV e amianto, ma in generale l'impatto dell'opera sulla salute e sull'ambiente, è stato spesso marginalizzato dando spazio a dibattiti relativi alle questioni socio economiche. La situazione è cambiata quando, nel già citato comunicato, Medicina Democratica ha portato alla luce un bando, pubblicato anche dal sito delle Acli di Alessandria, che offre lavoro a 25 minatori con "esperienza in contesti di grandi opere, scavo sotterraneo di gallerie grisuntuose e con presenza di amianto".L'offerta di lavoro in questione fa riferimento al Cociv, ossia il Consorzio Collegamenti Integrati Veloci di Genova. Secondo i rappresentanti di Medicina Democratica, si tratta della conferma della già sospetta presenza di amianto non solo nel Terzo Valico, ma nell'ambito dell'intero progetto TAV. A tal proposito è stata denunciata anche la già ricordata mancanza di attenzione nei confronti dell'impatto ambientale dell'opera.
In ogni caso, la possibilità concreta di trovare rocce contenenti amianto nel corso degli scavi per la Tav è stata confermata anche dal Ministero dell'Ambiente, che ha previsto la creazione di un Protocollo Amianto, con indicazioni specifiche in merito alla gestione dello smarino, ossia il materiale roccioso estratto dalla galleria, che dovrà essere spostato e lavorato in un cantiere a cielo aperto.
Nel caso in cui gli operai dovessero trovare amianto nel corso degli scavi, gli articoli 13 e 14 della Legge Regionale prevedono la sospensione dei lavori e l'avviso immediato dell'ASL competente per quanto riguarda il territorio dove si svolgono le operazioni di scavo.
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