Amianto nell’acqua: un problema da non sottovalutare

La presenza di amianto nell’acqua è una minaccia concreta alla salute di molti cittadini italiani. Questo pericoloso materiale è stato impiegato (quando era ancora legale) nella costruzione di diversi chilometri di tubature che fanno parte della rete idrica nazionale. Il rischio di contaminazione è quindi presente e non va sottovalutato.

 

Tubature in cemento amianto: rischi per l’acqua

L’indagine sul problema dell’amianto nell’acqua è partita dalla Usl Umbria 1, ente preposto alla prevenzione di questo genere di rischi. La preoccupazione nasce a causa di diversi chilometri di tubature realizzate in cemento amianto che si snodano in tutta la Regione.

Queste strutture, per quanto se ne sappia oggi, non presentano alcun tipo di decadimento ma col tempo e l’usura potrebbero effettivamente venire danneggiate e rilasciare nell’acqua le pericolose fibre di asbesto altamente cancerogene. La commissione d’indagine ha quindi realizzato un programma di controlli a campione sugli oltre 350 chilometri di tubature.

Gli scienziati verificheranno la presenza dell’amianto nell’acqua oltre a constatare l’integrità strutturale delle tubazioni. Questo piano d’indagine è il punto di partenza fondamentale per comprendere l’entità del rischio per la salute dei cittadini (che naturalmente sono molto preoccupati da tutta la situazione).

 

Gli interventi per neutralizzare i rischi di contaminazione delle acque

L’acqua trasportata dalle suddette tubature non si limita a rifornire il sistema fognario, ma arriva anche nelle case dei cittadini e viene classificata come acqua potabile. Laddove dovesse verificarsi un rilascio di fibre di amianto è comprendibile che le conseguenze per la salute sarebbero catastrofiche.

L’indagine organizzata dall’Usl locale punta a prevenire proprio questo scenario, raccogliendo importantissimi dati che contribuiranno alla creazione di una strategia d’intervento. Attualmente l’idea è quella di mappare nel dettaglio la struttura delle tubature a rischio, così da avere un’idea più chiara dell’entità dei lavori necessari.

Naturalmente la soluzione migliore sarebbe il rifacimento completo di tutta la rete ma i costi sono molto elevati. Quel che è certo è che bisogna intervenire tempestivamente per mettere in sicurezza una preziosa risorsa come l’acqua e proteggere i cittadini che la usano tutti i giorni.

Per il momento la Usl Umbria 1 ha predisposto diversi campionamenti che copriranno le zone di San Giustino fino a Todi, Perugia, Corciano, Deruta, tutti i comuni del Trasimeno, Gubbio, Gualdo Tadino e Scheggia e Città di Castello, per un conteggio complessivo di oltre 50 punti prelievo.





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