Fibrocemento nei cantieri: problemi e ritardi nella bonifica

La presenza di fibrocemento nei cantieri è un problema che gli operai edili si trovano a dover affrontare molto spesso, soprattutto se si sta lavorando su vecchie strutture dismesse. Quando si verificano suddette situazioni è cruciale procedere con la massima cautela per evitare la dispersione delle pericolose fibre killer che potrebbero trovarsi nel terreno.

 

Il caso della caserma Dante Alighieri di Ravenna

Uno dei casi più eclatanti recentemente scoperti è quello della caserma Dante Alighieri a Ravenna. L’ex struttura militare, infatti, è dismessa da diversi anni ormai e il Comune ha deciso di recuperarne il terreno per adibirlo a parco. L’iniziativa lodevole, tuttavia, è stata immediatamente bloccata a causa della scoperta di fibrocemento nei cantieri.

Il pericoloso materiale edile, conosciuto anche come eternit, è stato rinvenuto a pochi centimetri di profondità in condizioni di conservazione estremamente degradate. Ciò costituisce un rischio altissimo per la salute di chi lavora direttamente in loco, ma anche di coloro che abitano le zone limitrofe (ad aggravare ulteriormente la situazione è la presenza di un liceo a poche centinaia di metri).

Le istituzioni hanno quindi provveduto a bloccare tutti i rilevamenti, disponendo cartelli e barriere ad indicare la pericolosità della zona. Sono inoltre state previste regolari attività di irrigazione per impedire che le fibre possano mischiarsi alla polvere ed essere trasportate dal vento.

Tali misure servono come palliativo in attesa dell’inizio dei lavori di bonifica che dovrebbero già essere stati avviati il 28 marzo scorso. La loro conclusione è prevista per il 15 aprile (almeno nella fase più delicata), però alcune associazioni cittadine hanno espresso dubbi e perplessità.

 

Rimuovere il fibrocemento dai cantieri può essere pericoloso

Nonostante il rapido intervento delle autorità, in molti hanno sottolineato come le operazioni di bonifica del fibrocemento dai cantieri non dovrebbero avere luogo fintanto che la scuola adiacente è aperta. Tante le richieste per posticipare l’inizio dei lavori di qualche mese, cioè nel periodo di vacanze estive che comincerà fra giugno e luglio.

Il dilemma è proprio qui: conviene aspettare per non mettere a rischio gli studenti, oppure è bene procedere il più rapidamente possibile affinché il pericoloso materiale edile di scarto venga completamente rimosso?

L’operazione è costosa e complessa (circa 80.000 euro) e prevede di rimuovere almeno 40 centimetri di terreno in tutto il cantiere, ciò costituisce già di per sé un rallentamento dei lavori di riqualificazione della caserma piuttosto importante, ma questa controversia non fa che aggravare la situazione.





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