L’amianto causa tumori al fegato?

La teoria per cui l’amianto potesse essere responsabile anche di alcune tipologie di tumori al fegato era già stata formulata nel 2008, ma solo recentemente sono arrivate prove tangibili di una possibile correlazione. I ricercatori stanno continuando ad effettuare test e verifiche, ma se l’ipotesi dovesse essere confermata le divergenze su alcune sentenze legali sarebbero finalmente appianate.

 

L’ipotesi dei ricercatori sui tumori al fegato legati all’amianto

La ricerca, come si è detto, è stata avviata nel 2008 con l’obiettivo di ottenere evidenze scientifiche di un effettiva correlazione fra l’esposizione all’amianto e la comparsa di tumori al fegato, all’apparato gastrointestinale e alla bile.

Notoriamente, infatti, le fibre killer interessano per lo più i polmoni sedimentandosi in essi e rimanendo inattive per anni, per poi dare vita al mesotelioma pleurico. Tuttavia, gli studi hanno dimostrato che alcune micropolveri (con un range nello specifico che va dalle PM1 alle PM0,1), potrebbero sorpassare gli alveoli polmonari e finire in circolo nel sangue.

Da qui potrebbero arrivare senza difficoltà al resto degli organi e in particolare al fegato. Se le suddette micropolveri dovessero malauguratamente contenere le fibre di amianto è verosimile pensare che esse possano dare vita a tumori di varia natura, fra cui il  colangiocarcinoma.

 

I recenti risultati della ricerca sembrano confermare una correlazione

Nel 2013 presso il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, un gruppo di ricercatori guidati dal prof. Giovanni Brandi ha messo sotto osservazione 155 casi di persone con il tumore al fegato sopra citato. Dai dati raccolti negli anni si è potuti arrivare alla conclusione che effettivamente una correlazione con l’esposizione all’amianto sia concreta.

Stando a quanto dichiarato dallo scienziato: “ ad oggi vi sono evidenze solide che collegano l’asbesto al colangiocarcinoma”. Sembra infatti che gli esposti all’amianto abbiano una probabilità 5 volte maggiore rispetto alle altre persone di contrarre questa malattia, ma i ricercatori potrebbero essere sul punto di dimostrare che tale possibilità sia addirittura di 7 volte.

A confermare la presenza di fibre killer nel fegato e nella bile dei soggetti monitorati è stato un altro gruppo di scienziati indipendenti, che hanno quindi offerto un’ulteriore avallo all’ipotesi formulata dal prof Brandi. Se la ricerca porterà ulteriori dati, le cause legali per avvelenamento da amianto potrebbero essere estese anche a questi sfortunati soggetti.

Raggiungere la verità è cruciale per poter tutelare al meglio chi sente di essere stato lasciato solo in una terribile battaglia.





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